In un giardino di Ferrara, con casa padronale, parco e ettari di terreno coltivato, si intreccia una storia, quella di Micòl, una bionda ragazzina della famiglia Finzi-Contini, presunta élite ebraica che dopo quel periodo felice pieno di intrecci amorosi e una vita borghese nella città degli Estensi, vivrà una delle pagine più crudeli della storia. Micòl con la sua famiglia verrà portata in campo concentramento tedesco nel 1943 e votata ad una morta anonima.
Ma è la personalità di Nicòl che si intreccia in una psicologia volubile di una ragazza di spirito, amante e collezionista di inutili bibelots di vetro, che si esprime in un gergo lezioso e quasi infantile, quel modo “finzicontinico” che correva nei corridoi effimeri pensieri o aleggiava nelle giornate trascorse giocando a tennis. Una ragazza che coltiva un intreccio di elementi psicologici che le attribuiscono un ruolo autentico, imprevedibile e fontamentalmente enigmatico.
Il pensiero esistenzialista mette in luce , in modo significativo per quanto limitato, le dimensioni mitiche di Nicòl, poichè la libertà è anche la caratteristica fondamentale degli dei, ed è appunto la libertà a rendere l’uomo assurdo simile ad un essere divino. La tirannia del tempo, che gli dei non conoscono, pur venir contrapposta < tutta l’intensità possibile dell’esperienza presente >. Imprecare contro il futuro, negarne il valore, è come fermare il tempo, nella misura in cui ciò è umanamente possibile, avvicinarsi all’eternità, sentirsi un dio. In tal modo il succedersi dei presenti di Camus può venire inteso come un eterno presente, una fuga dai limiti del tempo. La memoria tanto cara a Micòl, può essere anch’essa un modo di eludere il tempo. Preservando il pio passato dal flusso del tempo, se ne può fare un attimo presente, vitale, intenso.
L’amore di Micòl per il verso Mallarmé – “le vierge, le vivace, et le ben aujourd’hui” per lo splendido cigno che, come lei, “se souvient” e “se delìvre“, e un altro esempio del potere liberatorio della memoria.
Note da dimensioni mitiche di Micòl Finzi-Contini di Marylin Schneider