Giacomo Balla (1871 – 1958) – “Alì” Olio/tela 61,5 x 49 cm
Prezzo di aggiudicazione: 38.000 €Prezzo incluso spese : 47.600 €Prezzo di partenza: 25.000 €Stima: 25.000 € – 30.000 €Dal Viazzi a Balla, Artisti Italiani da una Collezione Genovese 16/03/2021 Cambi Casa D’Aste – Genova. Firmatoin basso a destra Esposizioni: II Mostra Internazionale d’Arte Coloniale, Napoli, 1934.
Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1º marzo 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di “paroliberi” italiano.
Già da adolescente Giacomo Balla aveva dimostrato una predilezione per l’arte, avvicinandosi allo studio del violino, ma abbandonò la musica per la pittura e il disegno; nel frattempo il padre gli trasmise la passione per la fotografia, portandolo ad una tecnica fondamentale per la sua formazione. Dopo gli studi superiori, Giacomo decise di frequentare l’Accademia Albertina , dove studia prospettiva, anatomia e composizione geometrica.
Negli anni della prima guerra mondiale Balla perseguì l’idea di un’arte totale definita arte e azione futurista. E specie dopo la morte di Boccioni nel 1916, a cui dedicò “il pugno di Boccioni”, egli fu il protagonista indiscusso del movimento. Le sue idee sono esposte in queste parole: «Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente». Progettò infatti le scene per Feu d’artifice di Igor Stravinsky nel 1917, balletto ‘senza danzatori’ che andò in scena al Teatro Costanzi di Roma. Creò anche arredi, mobili, suppellettili e partecipò anche alle sequenze del film Vita futurista (1916) presenziando assieme a Marinetti alle riprese.
Nel 1914 uscì oltretutto “il manifesto dell’abito anti neutrale” creato poi nel 1915. Balla dichiarò di voler sostituire il vecchio, cupo e soffocante abbigliamento maschile con uno più dinamico e colorato, asimmetrico e colorato, che rompesse con la tradizione e si adeguasse al concetto futurista di modernità e progresso, non solo, doveva far riferimento alla guerra e rendere l’uomo più aggressivo e bellicoso. L’accostamento dei colori era poi studiato per produrre un vivace effetto di simultaneità, che meglio si armonizzava con lo spazio urbano moderno.
Nel 1915 firma con Fortunato Depero il manifesto Ricostruzione futurista dell’Universo dove il dinamismo pittorico e il dinamismo plastico si collegano alle parole in libertà e all’arte dei rumori per “realizzare una fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo”. Dal manifesto scaturiscono le idee del “giocattolo futurista”, del “paesaggio artificiale”, dell'”animale metallico”, del “vestito trasformabile”, del “concerto plastico-motorumorista nello spazio”, della “réclame fono-monoplastica”.