Aperta la mostra “open- end” a Palazzo Grassi e Punta della Dogana di Venezia, ed è la prima grande esposizione personale di Marlene Dumas in Italia.
Marlene Dumas, artista di grande influenza nel panorama artistico contemporaneo, nasce a Città del Capo, Sudafrica dove cresce e studia belle arti durante il regime dell’apartheid. Nel 1976 si trasferisce in Europa per proseguire gli studi e si stabilisce ad Amsterdam, dove ancora oggi vive e lavora. Marlene Dumas oggi lavora principalmente con olio su tela e inchiostro su carta. La maggior parte della sua produzione è costituita da ritratti e figure umane. Un aspetto cruciale del lavoro di Dumas è l’uso delle immagini dalle quali trae ispirazione, provenienti da giornali, riviste o film, che siano fotogrammi cinematografici o polaroid scattate personalmente.
Marlene Dumas (1953, Città del Capo, Sudafrica) ha scelto personalmente il titolo della mostra che spiega così: “Ho riflettuto molto su ciò che lega tra loro le mie opere e per trovare un titolo che riflettesse anche il mio stato d’animo e la mia percezione del mondo che mi circonda. Ho pensato al lockdown, al fatto di essere chiusa dentro casa, ai musei chiusi al pubblico e a Palazzo Grassi che dovrà essere aperto per accogliere questa mostra. Poi ho pensato alla parola “open”, aperto, e al modo in cui i miei dipinti siano aperti a diverse interpretazioni. Nelle mie opere lo spettatore vede immediatamente ciò che ho dipinto, ma non ne conosce ancora il significato. Dove comincia l’opera non è dove termina. La parola “end”, fine, che nel contesto della pandemia ha le proprie implicazioni, è al contempo fluida e melancolica.“
Marlene Dumas è nata in Sudafrica nel 1953. Si laurea nel 1975 in Belle Arti presso la University of Cape Town. Dal 1976 al 1978 studia presso Ateliers ’63 ad Haarlem, Paesi Bassi. È conosciuta per il suo interesse per la relazione esistente tra immagine e testo. I suoi dipinti e disegni, spesso dedicati alla rappresentazione della figura umana, sono solitamente tratti dal grande archivio di immagini raccolte dall’artista. Il lavoro di Marlene Dumas è stato esposto in occasione di mostre monografiche presso grandi istituzioni internazionali: “The Image as Burden”, Tate Modern, Londra, 2015; “Measuring Your Own Grave”, Museum of Modern Art, New York, 2008-2009; “Nom de Personne”, Centre Pompidou, Parigi, 2001. In Italia e a Venezia le sue opere sono state esposte in occasione di diverse mostre collettive, tra cui: “The Particularity of Being Human: Marlene Dumas – Francis Bacon”, Castello di Rivoli, Rivoli, 1995; “Marlene Dumas, Maria Roosen, Marijke van Warmerdam”, La Biennale
di Venezia. 46. Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Olandese, Venezia, 1995; “Marlene Dumas: Suspect”, Fondazione Bevilacqua la Masa/Palazzetto Tito, Venezia, 2003; “Sorte”, Fondazione Stelline, Milano, 2012; “All the World’s Futures”, La Biennale di Venezia. 56. Esposizione Internazionale d’Arte, Venezia,
“La pittura di Marlene Dumas restituisce a queste soggettività sospese la possibilità della riapparizione. In ognuna delle figure che sono state sfigurate dagli imperi coloniali per ragioni di razza, genere, età, dissenso sessuale, salute o cultura, più che una figurazione tu cerchi una sismografia spettrale. Gli spettri si raccolgono in coppie, serie, famiglie, gruppi prossimi, testimoniando anche un’organizzazione fobica della repressione e della colpevolezza che non si abbatte solo sugli individui ma anche sui loro genitori, figli, amanti, amici, simpatizzanti. Così: Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas; Pier Paolo Pasolini e sua madre; Mohammed El Katrani, Abdallah Bentaga, due amanti di Jean Genet e lui stesso; i Great Men, dipinti dal 2014; Charles Baudelaire, la sua compagna Jeanne Duval, il suo traduttore Hafid Bouazza, i poemi in prosa La disperazione della vecchia e Il giocattolo del povero e forse anche il topo che vi compare.” Elisabeth Lebovici Storica e critica d’arte