Il Musée d’Art Moderne di Parigi dedica una grande retrospettiva a Nicolas de Staël 1914-1955), figura chiave della scena artistica francese del dopoguerra. A vent’anni da quella organizzata dal Centre Pompidou nel 2003, questa mostra offre uno sguardo nuovo sull’opera dell’artista, attingendo a mostre tematiche più recenti che hanno messo in luce alcuni aspetti poco conosciuti della sua carriera (Antibes nel 2014, Le Havre nel 2014 , Aix-en-Provence nel 2018).
La retrospettiva riunisce una selezione di circa 200 dipinti, disegni, stampe e quaderni provenienti da numerose collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti.
Accanto a capolavori emblematici come Parc des Princes, presenta un importante gruppo di opere che raramente, se non mai, sono state esposte, di cui una cinquantina esposte per la prima volta in un museo francese. Organizzata in ordine cronologico, la mostra ripercorre i successivi sviluppi dell’artista, dai suoi primi passi figurativi e le sue tele scure e fitte degli anni Quaranta, fino ai dipinti alla vigilia della sua morte prematura nel 1955. Sebbene la maggior parte della sua opera sia stata completata nel una dozzina d’anni, Staël non smise mai di rinnovarsi e di esplorare nuove strade: il suo “inevitabile bisogno di rompere tutto quando la macchina sembra funzionare troppo bene” lo portò a produrre un’opera straordinariamente ricca e complessa, “senza alcun a priori estetico”. Insensibile alle mode e alle liti del suo tempo, la sua opera ribalta volutamente la distinzione tra astrazione e figurazione, e appare come la ricerca, condotta nell’urgenza, di un’arte sempre più densa e concisa: “La vita è così triste senza quadri che ci provo il più a lungo possibile”, ha scritto. La retrospettiva ci permette di seguire passo dopo passo questa ricerca pittorica di rara intensità, a partire dai viaggi giovanili e dai primi anni a Parigi, dal periodo nel Vaucluse, dal famoso viaggio in Sicilia del 1953, fino agli ultimi mesi ad Antibes, in un monolocale fronte mare.
La biografia di Staël creò subito un mito attorno alla sua arte: dall’esilio dopo la Rivoluzione russa al tragico suicidio all’età di 41 anni, la vita del pittore non cessò mai di influenzare la comprensione della sua opera.
Senza trascurare questa dimensione mitica, la retrospettiva intende rimanere il più vicino possibile alla ricerca grafica e pittorica di Staël, per mostrare soprattutto un pittore all’opera, sia di fronte al paesaggio che nel silenzio dello studio. Da bambino in esilio divenuto viaggiatore instancabile, l’artista è affascinato dagli spettacoli del mondo e dalle sue diverse luci, sia che si trovi di fronte al mare, a una partita di calcio o a un frutto su un tavolo. Variando costantemente strumenti, tecniche e formati – dal tableautin alla composizione monumentale – Staël amava lavorare su più tele in parallelo, sovrapponendo strati di colore e alterandoli successivamente. Il disegno gioca un ruolo importante in questa esplorazione e una ricca selezione di lavori su carta ne sottolinea il carattere sperimentale.
Curatori: Charlotte Barat-Mabille e Pierre Wat
Dal 15 settembre 2023 al 21 gennaio 2024
Nicolas de Staël, Agrigente, 1954, Olio su tela. Collezione privata. Per gentile concessione di Applicat-Prazan, Parigi @ ADAGP, Parigi, 2023. Foto Annik Wetter