Il Guggenheim NY presenta la mostra personale Jenny Holzer: Light Line, una rivisitazione dell’opera d’arte storica di Holzer del 1989. Holzer per l’occasione ha trattato l’intero museo come un’installazione, collocando i pezzi in spazi inaspettati, come fioriere all’aperto e un bagno, per riecheggiare incontri casuali con il suo lavoro nelle strade della città. La voce di Holzer è vitale e incisiva e il suo lavoro, che si tratti di poster, insegne elettroniche, panchine di pietra o dipinti, esplora alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo, dalla giustizia climatica ai diritti delle donne, dalla corruzione alla guerra. Aperta fino al 29 settembre 2024
Quasi trentacinque anni fa, Jenny Holzer (nata nel 1950, Gallipolis, Ohio) creò un display LED a spirale per la sua mostra al Guggenheim Museum. L’insegna LED, che lampeggia mentre cambia colore, carattere ed effetti speciali, all’epoca era la più lunga del mondo ed è considerata un capolavoro dell’arte basata sul testo.
La nuova manifestazione del segno elettronico di Holzer, Installazione per il Museo Solomon R. Guggenheim (1989/2024), trasforma l’edificio con una visualizzazione aggiornata e ampliata di testi scorrevoli, con il linguaggio delle sue serie iconiche, come Truisms e Inflammatory Essays.
Riprendendo tre rivoluzioni della rotonda progettata da Frank Lloyd Wright nella mostra del 1989, la nuova installazione si arrampica su tutte e sei le rampe fino all’oculo dell’edificio, realizzando la visione originale dell’artista.
Sviluppato in stretta collaborazione con l’artista e il suo studio, il nuovo segno è stato oggetto di un ambizioso progetto di ricerca. I conservatori del Guggenheim hanno effettuato il reverse engineering dell’hardware LED e del programma informatico del 1989, che hanno contribuito a dare forma alla nuova manifestazione. Questa indagine documenta la variabilità futura e gli aggiornamenti tecnologici e contribuisce allo studio e alle metodologie per la conservazione delle opere d’arte basate sulla tecnologia.
Light Line presenta anche una selezione di opere di Holzer dagli anni ’70 ad oggi, tra cui dipinti, opere su carta, targhe e pezzi di pietra. Lee Quiñones, uno degli ideatori della street art e collaboratore di lunga data di Holzer, ha graffito le pareti della High Gallery del museo sopra i colorati poster di Inflammatory Essays dell’artista.
Questa mostra personale riflette il modo in cui l’uso della parola scritta da parte di Holzer nel corso della sua carriera ha affascinato da tempo il pubblico di tutto il mondo.
Il messaggio è tempestivo e offre al pubblico l’opportunità di incontrare lo straordinario, il politico, il banale e il provocatorio attraverso l’approccio pionieristico dell’artista alla tecnologia e al linguaggio. La ricerca sulla conservazione e il trattamento dell’installazione di Jenny Holzer per il Museo Solomon R. Guggenheim (1989/2024) è condotta da Lena Stringari, vicedirettrice e conservatrice capo di Andrew W. Mellon, e Agathe Jarczyk, conservatrice associata dei media basati sul tempo.