Negli Anni Quaranta, Bvlgari realizzò per la prima volta in gioielleria un orologio-bracciale a forma di serpente con il quadrante incastonato nella testa, tempestata di gemme e con il cinturino dorato che avvolge il polso.
Fin dall’antichità, si associa il serpente alla sua sinuosità, in grado di rinnovare la sua pelle, cambiandola ripetutamente e capace di avvolgersi su se stesso per poi elevarsi per sconfiggere minacciosi predatori, un mito che ha ispirato leggende e miti in tutti i secoli, fino ad essere ben interpretato come una minaccia nell’arte e in letteratura, un esempio il racconto biblico di Adamo ed Eva dove il serpente è la rappresentazione del demonio tentatore.
L’origine dei primi bracciali-orologio è legata all’uso della tecnica tubogas di Bvlgari. I primi esemplari alla fine degli anni Quaranta ed erano a forma di serpente stilizzato con spirali realizzate sia nella tipica tubogas, sia in maglia d’oro che avvolgeva il polso. La forma rettangolare e quadrata della cassa dell’orologio e il quadrante, posti a una estremità avevano l’intento di evocare la testa del serpente.
Successivamente l’orologio ha visto altre forme della cassa e del quadrante, anche rotonda, a pera o con bordi smussati. I materiali erano acciaio, acciaio annerito o soluzioni in acciaio e oro. Il meccanismo era prodotto da grandi Maison dell’orologeria come Vacheron Constantin, Jaeger LeCoultre, Movado e Piguet .
E’ alla metà degli anni ’50 che il serpente assume un disegno più reailstico, la cui la cassa dell’orologio era nascosta nella testa del serpente e il quadrante sotto una copertura a cerniera nella parte superiore e centrale della testa. Questi primi modelli “animalier” furono realizzati esclusivamente in oro giallo con le teste e le code in platino e decorate con diamanti. L’orologio di Elizabeth Taylor, indossato al polso dell’attrice in una fotografia fatta sul set di Cleopatra nel 1962, ne costituisce un magnifico esempio.
Negli anni successivi furono prodotte numerosi varianti di questi oggetti affascinanti, anche senza l’orologio stesso. Il corpo del serpente resta sempre in oro ma con squame più grandi rispetto al passato. e spesso sono presenti decorazioni di diamanti poligonali o con smalto multicolore, tra cui turchese e bianco, rosso e giallo, verde, rosso, nero e celeste e altri ancora. Per realizzare il modello Harlequin, caratterizzato da quattro colori come l’arlecchino, servivano tre giorni e oltre duecento ore di lavoro, dato dal fatto che lo smalto necessitava una cottura separata rispetto alle altre parti del bracciale.
Furono anche adottate pietre dure come il corallo, turchese, lapislazzuli o giada per creare le squame e per rendere il gioiello ancora più intrigante altre pietre preziose come rubini, zaffiri e smeraldi furono usate per simulare gli occhi del serpente.
Audaci e carismatiche, le creazioni Serpenti degli anni ’60 andavano a pari passo con il momento sociale di emancipazione femminile, dove la donna era assumeva un ruolo diverso dal passato, più libero e rivoluzionario.
Un esempio era Diana Vreeland, il giudice della moda di New York, che amava indossare la sua cintura pitonata di Bvlgari a doppio giro come collana. Vreeland era così affascinata dal potere seducente dei serpenti che in un memorandum del 1968 indirizzato al suo staff editoriale scrisse: “Non dimenticare il serpente…il serpente dovrebbe essere su ogni dito e attorno ad ogni polso e ovunque”.
E fu di ispirazione anche per molti fotografi del periodo che scattavano foto moda con modelle che indossavano gioielli Bulgari quasi a significare una maggiore sicurezza di sè. Il motivo del serpente ha così espresso e continua a esprimere la creatività multiforme della Maison, racchiudendo al contempo la costante evoluzione stilistica. Una centenaria metafora di trasformazione e rinascita, e non c’è animale
Ma tornando alla storia, nel 1960 Bulgari si allontana dalle rigide discipline della scuola francese dominante per creare un proprio stile unico ispirato al classicismo greco e romano, al Rinascimento italiano e alla scuola orafa romana del XIX secolo. Da allora, il marchio di lusso ha continuato a stupirci con pezzi unici che illustrano un mix equilibrato di classicità e modernità, un perfetto senso del volume e l’amore per la linearità, la simmetria e il ritmo. Queste sfaccettature hanno avuto il potere di ispirare artisti del calibro dello scultore britannico di origine indiana Anish Kapoor, uno degli artisti viventi più acclamati al mondo, chiamato a interpretare l’iconico anello B.zero1 di Bulgari. a incapsulare il mistero del tempo.
Oltre al mondo dell’arte contemporanea, Bulgari ha trionfato anche nel mondo del cinema. Da Marilyn Monroe, Anna Magnani, Lauren Bacall, Sophia Loren, Soraya, Claudia Cardinale, Nicole Kidman, Susan Sarandon, Catherine Zeta Jones, Charlize Theron ad Angelina Jolie, Bulgari ha dedicato a tutti loro un pezzo unico. Queste creazioni uniche e rigorosamente “Made in Italy” costituiscono oggetti del desiderio e hanno definito i più grandi attori del mondo di Hollywood e Cinecittà dagli anni ’30 ad oggi. Pensa a immagini indimenticabili come Gina Lollobrigida che indossa un abito in pura seta adornato da una splendida parure in stile anni ’50 con turchesi e diamanti mentre balla guancia a guancia con Frank Sinatra nel famoso film del 1959 ”Mai così pochi”. L’esclusiva collana in platino e diamanti nel 1958 indossata da Ingrid Bergman nel film ”The Visit”. Jessica Lange in tutto il suo splendore in ”KING KONG” (1976) indossa una catena e un braccialetto d’oro tempestati di diamanti. Nella sua straordinaria interpretazione di ”Evita Peron” nel 1995, Madonna ha indossato la spilla con diamante en tremblant risalente al 1957. Pierce Brosnan regala una collana di diamanti a René Russo durante una cena in un ristorante di Los Angeles nel ”Thomas Crown Affair” . Sharon Stone interpreta la moglie di De Niro in ”Casino”, ambientato nella Las Vegas degli anni ’70, dove lui le regala una valigia piena di gioielli e orologi e all’improvviso Bulgari diventa protagonista.