La passione per il vedutismo che ha conquistato il mondo intero a partire da Bellotto e Canaletto oggi trova sempre più interesse nel collezionismo anche per altri autori, visto che la rivalutazione è costante, quasi in concorrenza a volte “per cifre” con l’impressionismo. Interessante la bottega della famiglia Guardi, in particolare modo Francesco Guardi che con le sue vedute in bacino e capricci veneziani si conquista decisamente un posto sul podio del vedutismo con un maggiore carattere di modernità.
Francesco Guardi nacque a Venezia nel 1712. A causa della mancanza di documentazione e di opere giovanili sicure, la sua formazione iniziale e la sua carriera rimangono oggetto di intense speculazioni
Non si può presumere che sia stato formato dal fratello maggiore Antonio (1699-1761), troppo giovane per aver ereditato la bottega di famiglia alla morte del padre Domenico (1678-1716). Inoltre, le evidenti differenze negli stili dei fratelli vanno oltre una differenza di temperamento e indicano che Francesco fu probabilmente formato da un altro maestro. Tuttavia, l’ipotesi che abbia ricevuto questa formazione iniziale nel trentino nativo della famiglia, a Vienna presso un pittore dell’Italia settentrionale o a Venezia rimane altamente speculativa. Intorno al 1730 esisteva a Venezia una bottega della famiglia Guardi: un testamento del 1731 fa riferimento a copie dei “fratelli Guardi”. Dato che Francesco a quel tempo avrebbe avuto solo 18 anni, si può supporre che in un primo momento Antonio fosse probabilmente il capo della bottega. Sembra, tuttavia, che Francesco presto collaborò e diede contributi indipendenti, principalmente come pittore di figura, ai grandi progetti della bottega. Accettò anche commissioni indipendenti, come chiaramente indicato da due lettere del 1750 in cui tentava di recuperare il pagamento di schizzi per composizioni di figure non eseguite. Dopo la morte di Antonio nel 1761, Francesco continuò a lavorare occasionalmente come pittore di figure, ma fu attivo principalmente come pittore di vedute e capricci.
L’attività di Francesco come vedutista probabilmente nacque dalla pratica della famiglia Guardi di copiare opere di altri artisti piuttosto che da una formazione formale presso un altro maestro e sembra essere iniziata nella prima metà degli anni Cinquanta del Settecento: nessuna delle sue vedute può essere datata prima del 1754 circa sulla base di dettagli topografici.
Le prime vedute di Francesco, come quelle della collezione del duca di Buccleuch, impiegano uno stile derivato principalmente da quello del maturo Canaletto (1697-1768) e anche di Michele Marieschi (1710-1743)
Francesco spesso prendeva in prestito intere composizioni da dipinti e stampe di entrambi gli artisti, anche se lavorava sempre più dai propri disegni. La prima veduta che porta sia la firma di Francesco che una data, 1758, è un Mardi Gras in Piazzetta (Sotheby Parke Bernet, New York, 11 gennaio 1990, n. 121). Rispetto alle vedute precedenti, quest’opera mostra un oscuramento e un ammorbidimento della fredda durezza di Canaletto con effetti atmosferici, che ricordano Luca Carlevarijs (1663-1730), e anticipa lo stile di Francesco degli anni Sessanta del Settecento. Come altri vedutisti, Francesco dipinse anche raffigurazioni di feste veneziane e capricci architettonici e paesaggistici così popolari nel Settecento. Rappresentazioni di festività, come il Martedì grasso del 1758, e di eventi legati alle visite di dignitari stranieri sono note in tutta la carriera di Francesco. I suoi primi capricci, tuttavia, non possono essere datati prima dei primi anni Sessanta del Settecento per motivi stilistici. Come le sue prime vedute, questi capricci derivano da quelli di altri artisti, in questo caso Marco Ricci (1676-1729) e Luca Carlevarijs, e spesso adottano da esse intere composizioni o specifici elementi di rovine e paesaggi.
Dopo il 1770 circa la cronologia di Francesco diventa un po’ più sicura, e negli anni Ottanta del Settecento si può stabilire attorno a diverse commissioni documentate
Negli anni Settanta del Settecento, la pennellata di Francesco divenne sempre più sciolta e fratturata, e fu combinata con una tavolozza più morbida, sempre più fredda e con sottili effetti di colore mutevole che creano un velo atmosferico scintillante sulla superficie delle tele ora più piccole. Iniziò anche a modificare sia le proporzioni relative degli edifici che la recessione prospettica per ottenere effetti espressivi. Nei suoi ultimi anni (1780-1793 circa) questi sviluppi continuarono, con una pennellata ancora più sciolta, una manipolazione più espressiva della prospettiva e un rinnovato interesse per gli effetti di chiaroscuro. In questi anni il figlio di Francesco, Giacomo (1764-1835), assunse un ruolo crescente nella produzione di vedute e capricci. Dopo la morte di Francesco, avvenuta a Venezia nel 1793, Giacomo continuò a produrre dipinti di qualità inferiore, che spesso vendeva come appartenenti al padre con firme false o ambigue.
LA SCUOLA VENEZIANA DEL VEDUTISMO
L’ultimo periodo significativo per la scuola veneziana si ebbe nel XVIII secolo, durante il quale sorsero diversi pittori di qualità che godettero di fama internazionale: Canaletto (1697–1768), Giovanni Battista Tiepolo (1696–1770) e Francesco Guardi (1712– 93). Tiepolo fu l’ultimo importante pittore di figura veneziano e uno dei più grandi artisti decorativi del rococò. Canaletto e Guardi svilupparono una tradizione di pittura di paesaggio basata sulle vedute di Venezia.
In copertina: Francesco Guardi, Processione notturna in piazza San Marco (1758; olio su tela, 48 x 85 cm; Oxford, Ashmolean Museum)