Il Palazzo Reale di Napoli, uno dei simboli della città, sede di regnanti, espressione prevalente di stile barocco si rifà il look
Il concorso per la creazione del nuovo brand è stato appena bandito e dovrà concludersi con l’elaborazione di un marchio e di un sistema di identità visiva. Palazzo Reale domina Piazza Plebiscito, la più grande di Napoli e rinnovando la propria immagine per le attività di promozione e comunicazione, vuole rilanciare anche la sua immagine internazionale. La sua storia è lunga e parte dal XVII secolo come residenza dei viceré spagnoli. L’architetto principale coinvolto nella progettazione del palazzo fu Domenico Fontana che lavorò sotto il regno di Filippo III di Spagna. Con a nascita del Regno delle Due Sicilie ospito’ i sovrani che misero mano a diverse trasformazioni. Fu residenza anche di Napoleone Bonaparte durante il suo Regno in Italia. In tempi più recenti, nel 1994, ha ospitato il G7 dei Grandi della terra, dopo che la piazza antistante era stata liberata dalle auto per ragioni ambientali. Con il nuovo brand si vuole valorizzare il Palazzo anche per una maggiore sostenibilità.
Del resto anche il Comune di Napoli sta lavorando ad un progetto di branding per la città
A coordinare le attività del concorso per il restyling sarà l’Associazione italiana design della comunicazione visiva (AIAP). Il concorso è articolato in due fasi. La prima prevede la presentazione delle domande di partecipazione entro il 29 febbraio 2024. A seguire, saranno selezionati cinque soggetti che entro 60 giorni dovranno presentare i progetti, quindi entro il 30 aprile. I lavori saranno esaminati da una commissione composta da professionisti e rappresentanti di Palazzo Reale. Il vincitore riceverà un premio di 15mila euro. Agli altri classificati sarà riconosciuto un premio di mille euro ciascuno. Il bando si trova nella sezione Amministrazione trasparente del sito www.palazzorealedinapoli.org, e sul sito www.aiap.it .
Il Palazzo è sede di Museo ed è visitato da migliaia di persone. Nelle stanze ci sono dipinti di Luca Giordano, Caravaggio, Tiziano e molti altri. Nel XVIII secolo il sito subì molti rimaneggiamenti
influenzati dal neoclassicismo
Tutti grandi viaggiatori che sono passati da Napoli lo hanno apprezzato e descritto. Alexandre Dumas vi ambientò alcune parti de “Il Conte di Montecristo” ; Goethe ne parla nel “Viaggio in Italia”; Giacomo Leopardi (sepolto a qualche centinaia di metri di distanza) lo visitò a lungo.
Le stanze dei sovrani sono conservate con gli arredi dell’epoca
Lungo i corridoi si apprezzano sculture di varie epoche e stili, compresi arazzi, lampadari e suppellettili. Interessanti la Cappella Reale, utilizzata per le cerimonie religiose dei sovrani e della corte e il Teatrino di Corte. Il Teatrino è un gioiello nascosto alla fine di un sontuoso scalone. E’ un capolavoro dell’architettura teatrale del XVIII secolo, commissionato dal re Carlo di Borbone e progettato dall’architetto Ferdinando Fuga. Viene scelto costantemente come sede di convegni internazionali.