L’arte dell’intelligenza artificiale è il prodotto della tecnologia AI applicata all’arte. In termini di applicazione tecnica, l’arte dell’intelligenza artificiale ha due metodi: simbolismo e connettivismo.
In termini di sistema uomo-macchina, ci sono tre livelli: macchina che utilizza l’uomo, macchina che guida l’uomo e separazione uomo-macchina. L’arte AI è una forma speciale, esistente tra la bellezza naturale e l’arte umana: l’arte AI, prima di tutto, non è un oggetto estetico naturale, dato che è il prodotto di artefatti. Il suo apprezzamento è misto ad interessi e la sua generazione artistica è una sorta di “non-destinazione finalizzata”. In secondo luogo, l’arte dell’intelligenza artificiale non è uguale all’arte umana tradizionale, perché l’intelligenza artificiale non ha intenzionalità o coscienza. In terzo luogo, l’intelligenza artificiale partecipa alla costruzione della logica artistica e rompe i confini dell’arte tradizionale. L’intelligenza artificiale può essere considerata un “agente” nella generazione artistica e, insieme alle persone, costituisce la “rete di attori” dell’arte. I processi di generazione, identificazione e apprezzamento dell’arte AI includono il giudizio di vero e falso. L’arte dell’intelligenza artificiale riflette l’integrazione forzata della tecnologia intelligente nell’arte, un tentativo di liberarsi dalla contingenza, dalla dialettica e dalla negatività dell’arte. Ma ciò di cui abbiamo bisogno è la reale armonizzazione tra arte e tecnologia. Le persone dovrebbero usare la ragione estetica per guidare la tecnologia dell’intelligenza artificiale. Lo stesso Nietzsche parlava di “ragione poetica” nella sua opera postuma Ästhetische Theorie ed è su questa base che presenta la “ragione estetica”.
Ma è anche emancipazione estetica ed è proprio Il filosofo a progetta una reintegrazione sistematica dell’arte nella vita, cui è affidato il compito di istituire una sfera non indolore di libertà. Nietzsche prende forma un complesso ideale di emancipazione volto a rendere il soggetto sempre più duttile e plastico nelle sue risposte all’ambiente, fino a saperne, se del caso, progettare il rovesciamento. Ma questo progetto non è privo di contraddizioni che emergono nelle modalità effettive di interpolazione dell’arte nella vita.
L’arte e nient’altro che l’arte! È quella che più rende possibile la vita, la grande seduttrice della vita, il grande stimolante della vita… L’arte come unica forza contraria e superiore a ogni volontà di negare la vita, l’anticristiano, l’antibuddistico, l’antinichilista par excellence.
Adesso tocca alla tecnologia e sue applicazioni a rendere trasgressiva l’arte o semplicemente riportarla alle sue origini? L’arte deve essere concepita dalla prospettiva dell’artista fruendo della tecnologia per valorizzarla. Solo dalla parte di chi crea e produce e non da quella di chi recepisce e fruisce si può concepire adeguatamente l’arte. La questione dell’arte, quindi, è la questione dell’artista, o meglio, la questione del vivere artistico anche nei momenti di grande cambiamento della creazione attraverso nuove competenze (skills).